Risultati inaspettati che smentiscono il luogo comune che da anni è ripetuto come un mantra dai detrattori dell’agricoltura biologica, sull’inferiorità delle rese delle colture coltivate seguendo i dettami del metodo biologico.
Uno studio commissionato dall’ente di certificazione CCPB e realizzato dal centro studi Areté srl di Bologna (una società indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica specializzata nei settori dell’agricoltura, del food e dei mercati connessi), che ha analizzato e confrontato le rese medie di numerose coltivazioni in una serie di 11 paesi extra-europei dimostrerebbe che, in determinate condizioni, il biologico riesce ad avere rese uguali o addirittura superiori rispetto all’agricoltura convenzionale.
“Un’agricoltura biologica intensiva può essere più efficiente di un’agricoltura convenzionale estensiva e le rese migliorano – ha commentato Fabrizio Piva, Amministratore Delegato CCPB. Ciò può essere uno spunto per dimostrare come il biologico possa contribuire a sfamare il mondo in modo consapevole e responsabile”.

Sono state prese in esame le rese per diverse tipologie di colture (18 in totale, tra cui cereali, frutta, ortaggi) in una serie di Paesi (Marocco, Algeria, Tunisia, Turchia, Libano, Russia, Moldavia, Ucraina, Kazakistan, China, Filippine), e sono state analizzate le variazioni delle rese in un arco di tempo (tra 2006 e 2019), tra diverse Regioni, tra tipologie di aziende agricole, tra agricoltura convenzionale e biologica.
Da questo studio complesso è emerso che i risultati più significativi per il bio si registrano nel raccolto 2013 del grano tenero in Russia, che presenta una resa del 14% superiore rispetto all’analogo convenzionale; sempre il grano tenero coltivato in Kazakistan (anni 2010 e 2018) rende in media del 91% in più; le albicocche della Tunisia tra 2006 e 2018 posso offrire prestazioni fino al 27% superiori rispetto al convenzionale.
Gli strumenti di indagine adottati da Areté srl di Bologna, si sono basati prendendo in considerazione interviste con esperti locali competenti e ricerca desk, che consiste nella ricerca, valutazione ed eventuale rielaborazione di informazioni già raccolte da fonti ufficiali e autorevoli, e di letteratura scientifica e tecnica.
A quanto sembra il bio non solo è un settore in costante crescita in tutto il mondo, ma riesce a remunerare meglio i produttori agricoli biologici che hanno una maggiore attenzione verso il processo produttivo, investendo in ricerca, sviluppo, innovazione e sposando una filosofia sostenibile.
Lo studio costituisce non solo un motivo di riflessione strategica per tutti gli attori, istituzionali e privati, del settore, ma anche uno strumento di lavoro. Infatti la produttività agricola è uno dei parametri che gli Organismi di certificazione prendono in considerazione durante i controlli alle aziende, per valutare se, effettivamente, il metodo impiegato è bio oppure no.