La rivincita dell’agricoltura biodinamica: anche le grandi cantine scelgono di produrre il vino biodinamico!

È lontano il tempo in cui l’agricoltura biodinamica, era considerata una pratica esoterica. Sempre più aziende in tutto il mondo hanno deciso di coltivare seguendo i principi enunciati da Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore dell’antroposofia (dal greco “saggezza dell’uomo”).

L’agricoltura biodinamica considera l’azienda agricola come un sistema a ciclo chiuso. L’uomo, gli animali, la terra, armonizzati con le forze cosmiche, sono parte di un unico mondo in cui tutto nasce, muore e rinasce. Nella pratica, alcune coltivazioni dell’azienda sono destinate a diventare cibo per le vacche che, a loro volta, lo trasformano in nutrimento per mantenere nel tempo fertilità e vitalità della terra. Una buona terra sarà pronta poi per far nascere alimenti di alta qualità.

Quello che sta accadendo oggi è che un numero considerevole di aziende agricole specializzate nella produzione di vino hanno deciso attuare la svolta. Anzi se un tempo erano i piccoli, a volte i piccolissimi, a scegliere questo metodo produttivo, oggi non mancano casi di grandi realtà, con marchi storici e affermati decisi a intraprendere la strada tracciata da Rudolf Steiner.

Ricordiamo Avignonesi a Montepulciano, che in pochi anni è diventata leader nella viticoltura biodinamica in Italia. Grazie all’agricoltura biodinamica è stata riportata la vita nei vigneti ed il loro motto è “vini più sani per persone più sane, ma anche una terra più sana ed un ambiente più sano da trasmettere alle generazioni future”. Anche il Ceretto, tra le più significative griffe delle Langhe ha deciso di puntare sull’agricoltura biodinamica, anche se non sono ancora certificati Demeter

Alessandro Ceretto afferma: “Arrivo personalmente a conoscere questo mondo nel 2009”, la scintilla è scoccata subito e il risultato è straordinario in termini di qualità e sanità del suolo, microorganismi e materia organica. Tutte questioni che non venivano considerate, fino a venti anni fa. Per noi la biodinamica è un mezzo, non il fine: conta il vino che riusciamo a produrre. Non mi interessa neanche giustificare scientificamente le cose; leggo dei numeri ma non è la cosa importante. Basta vedere i terreni e loro la vitalità, così come la qualità dei vini. Inoltre sono eticamente felice. Non inquino e questo è già molto.