Il Sud guida la crescita del settore biologico in Italia!

L’Italia è il maggiore produttore biologico in Europa e secondo quanto riportato nel rapporto “Ismea-Bio in cifre 2020”, redatto dal Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica (Sinab), il 51% dell’intera superficie biologica nazionale si trova in 4 regioni: Sicilia (370.622 ha), Puglia (266.274 ha), Calabria (208.292 ha) ed Emilia-Romagna (166.525). 

ll comparto agro-alimentare delle regioni del Sud è in costante e continua crescita ed è una buona notizia anche per la Calabria, che vede molto spesso sottostimata la potenziale ricchezza legata all’agricoltura. Inoltre, sempre per quanto riguarda la Calabria, dal primo gennaio 2021, Igea è diventata partener strategico di CSQA Certificazioni, che in Italia è uno dei più importanti Organismi di certificazione nel settore agro-alimentare. CSQA Certificazioni ha aperto una nuova sede in Calabria che è diventata il punto di riferimento nel Sud Italia per le certificazioni BIO e certifica 65 denominazioni di origine, fra cui quelle di importantissimi prodotti che hanno una diffusione internazionale, si pensi ad esempio al Grana Padano DOP o al Prosciutto di Parma DOP

Con il partenariato fra CSQA ed Igea, una importante comunità di professionisti che opera in tutte le regioni del Mezzogiorno d’Italia ed impegnata nello sviluppo e nell’affermazione dell’agricoltura biologica e sostenibile, attraverso la certificazione delle produzioni, le esperienze in materia di controllo e certificazione delle produzioni biologiche trovano una sinergia ed una elevata integrazione con tutti i sistemi di garanzia della tipicità e della qualità dell’agroalimentare italiano. Il tutto a vantaggio delle imprese del Sud Italia che possono accedere a mercati nazionali ed esteri.

Ricordiamo che in Italia il biologico si pratica su oltre 1,9 milioni di ettari, circa il 15% della superficie agricola nazionale con una media al Sud del 20% e picco in Calabria al 36% col risultato importante di aver liberato milioni di ettari di terra da quelle sostanze inquinanti e pericolose usate nell'agricoltura convenzionale e garantendo lavoro ad 80mila operatori di settore e vendite, nel mercato interno, per circa 4,3 miliari di euro nel solo 2020.