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Un grano di cui si ha traccia da più di 2500 anni è la Tumminìa o Timilìa, una delle varietà che soppiantarono il farro in epoca romana, tipica della Sicilia.
Il grano Timilìa, il cui nome scientifico è Triticum durum, è un frumento che resiste bene alla siccità. La sua pianta ha un apparato radicale molto forte, una spiga allungata, un gambo resistente e sottile che arriva oltre il metro di altezza ed un piccolo seme di colore ambrato scuro.
Non richiede grandi tecniche di coltivazione e cure particolari, per questo è adatto anche alle coltivazioni biologiche.
Il grano Timilìa è una varietà antica di grano duro a ciclo breve, con semina a marzo. Esso era molto diffuso in Sicilia prima della seconda guerra mondiale, apprezzato per la capacità di resistere a condizioni climatiche calde e secche, che sono invece ostili ad infestanti, insetti e patogeni. Veniva seminato dopo autunni piovosi, quando altri grani non potevano essere seminati.
Il grano Timilìa presenta un alto valore proteico e un basso indice di glutine, è noto per le sue proprietà organolettiche. È ricco di vitamine del gruppo B e tra i sali minerali sono presenti sodio, potassio, ferro, calcio fosforo e zinco. Grazie al suo contenuto di acidi grassi polinsaturi protegge l’integrità del sistema cardiovascolare e delle cellule.
Il grano tenero Solina, un grano antico coltivato sin dal 1500 nel cuore dell’Abruzzo. Tardiva nella spigatura e nella maturazione, è ben adattata a terreni poveri e molto resistente al freddo e alle infestanti. Si presta bene alla coltivazione in aree montuose e in regime biologico. È una varietà antica e autoctona, non è stata ottenuta mediante incroci o modificazioni genetiche.
Dal 2006 i produttori di grano Solina sono riuniti nel Consorzio Produttori Solina d’Abruzzo, che ne promuove la valorizzazione e la conservazione. Il grano Solina è già presidio slowfood e fa parte della biodiversità vegetale del territorio italiano. Ricordiamo che l'Italia è uno dei paesi europei più ricchi di biodiversità, sia vegetale che animale.
Il grano Solina ha un buon quantitativo di minerali, vitamine, fibre e antiossidanti, contenute nelle porzioni più esterne del chicco.
Il grano antico Gentil Rosso presenta spighe alte di un colore tendente al rossiccio durante la maturazione, con semi di forma semi-cilindrica di colore nocciola. Si stima che le spighe possano raggiungere l’altezza di 150 cm o addirittura 160 cm.
È un grano notevole per la forte resistenza alle malattie e per le buone doti di rusticità e di adattabilità. La sua altezza impedisce alle erbacce di crescere, ma le spighe sono sensibile all’allettamento per cui bisogna prestare molta attenzione alla semina.
Il grano Gentil Rosso si presta ad essere coltivato biologicamente e ricco in ferro, magnesio, vitamine del gruppo B. Ciò che lo rende un prodotto alimentare di grande valore, consiste nella qualità e nella varietà delle sue proteine.
Il grano Maiorca è una varietà antica di grano tenero, scientificamente nota come Triticum aestivum albidum, da secoli coltivato in Sicilia, insieme all'antico grano Timilìa.
Le spighe possono raggiungere anche l’altezza di 180 cm; è coltivato in terreni aridi e secchi, esclusivamente con metodo biologico, ha una resa inferiore, all'incirca la metà rispetto alle varietà moderne.
Si tratta di un grano speciale per vari motivi, quali sapore, proprietà nutritive, versatilità d'utilizzo.
Il grano Maiorca ha un alto contenuto proteico, sali minerali e vitamine e la farina presenta ottima qualità panificatorie. Si tratta di un alimento anche facilmente digeribile, a basso contenuto di glutine, rispetto agli altri grani comunemente in uso.
Adesso, invece, vi parlo del grano antico Graziella Ra, ritrovato durante uno scavo archeologico in una tomba egizia ed oggi coltivato con metodo biologico solo in Italia dalla Cooperativa Girolomoni, nelle colline di Isola del Piano, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche.
Graziella Ra è il vero e autentico grano dei faraoni ed ha un grande valore sia nutrizionale che storico!
In Italia è stato portato, verso la fine degli anni Settanta, da un archeologo, che lo consegnò a Paride Allegri, giardiniere comunale a Reggio Emilia in quel periodo.
Ivo Totti ne consegnò a sua volta una manciata ai soci di Alce Nero Cooperativa, con un mandato ben preciso: “se un giorno riuscirete a moltiplicare questo grano e lo metterete in coltivazione dovete chiamarlo Graziella, il nome della figlia dell’archeologo, uccisa a soli diciassette anni dai nazisti durante la seconda guerra mondiale”. I tedeschi le spararono perché credevano che nella cesta dei panni che portava ci fosse cibo per i partigiani. Si narra che, prima di morire, si udirono riecheggiare le grida di Graziella “Mamma, mamma” e la pattuglia passando con i mitra spianati la canzonava ripetendo come imbecilli il grido di dolore della ragazza. Nell'antico Egitto "RA" è il sole, al quale questa varietà è dedicata, che con la sua luce ed il suo calore riesce a far maturare le spighe di grano.
Un grano dalle origini antiche Graziella Ra è un grano duro sopravvissuto nel corso dei secoli. Sulla specie e il genere vi è concordanza di opinioni: appartiene al genere “Triticum” e alla specie “Turgidum”. La controversia verte sulla sottospecie, infatti c’è chi sostiene che appartenga alla sottospecie “Polonicum”, altri alla “Turanicum”, altri ancora al “Durum”. Di certo, si tratta di una popolazione di frumento duro. Dalle analisi condotte dal Dipartimento di biotecnologie alimentari dell’Università di Urbino, risulta essere un frumento particolarmente ricco di proteine, sali minerali (in particolare potassio, magnesio, fosforo e selenio) e vitamine (E, B6, B12 e PP). Inoltre presenta alte concentrazioni di selenio, un potente antiossidante in grado di contrastare efficacemente i radicali liberi, responsabili di molte patologie.
I grani antichi sono una fonte enorme di biodiversità che va tutelata e rappresentano la tradizione e la cultura tipica delle zone dove sono stati storicamente coltivati.